Volontariato é: Emilia “In missione per Andrea”

Volontariato é: Emilia “In missione per Andrea”

«In questa giornata ci piace ricordare Andrea ma soprattuto sentirsi stretti in un grande abbraccio». Con queste parole Emilia Amadini insieme ai figli, Stefano e Michele, aveva ringraziato i presenti  appena un anno fa per aver partecipato alla giornata in ricordo di Andrea Valsecchi, giovane marito e papà scomparso prematuramente a 44 anni pochi giorni prima della Pasqua del 2012. Quell’iniziativa – con la quale Emilia volle raccogliere offerte per l’Holy Family Catholic Centre – ha creato un legame tra lei e la missione betharramita in Thailandia che ha voluto andare a visitare personalmente, accompagnata da Giovanni Parolari dell’associazione AMICI Betharram Onlus.
Invitata da Padre Alberto alla missione Centro Sacra Famiglia di Ngam Pong, nel nord della Thailandia, sono partita accompagnata da Giovanni; non mi ero posta molte aspettative e non sapevo bene a cose stessi andando incontro anche perché l’idea era proprio quella di non farmi molte domande su questa esperienza ma di viverla istante dopo istante.
Siamo arrivati quando il sole non era ancora sorto a Chiang Mai, dopo un viaggio di 15 ore. All’aeroporto ci aspettavano i padri Alberto e Peter. Appena arrivati alla missione, un gruppo di bambini festanti è venuto ad accoglierci: mi ha colpito subito il loro sorriso. I bambini hanno abbracciato Giovanni saltandogli in braccio e chiamandolo per nome mentre ancora guardavano me, la nuova arrivata, con molta curiosità.
Le giornate trascorrevano velocemente secondo il programma che padre Alberto aveva pensato con Giovanni prima del nostro arrivo. Si cominciava alle 6 del mattino con la celebrazione della Messa in lingua Akha nella cappella della missione, alla quale partecipavano anche i bambini più piccoli. Dopo la colazione, accompagnavamo a piedi a scuola i bambini disposti ordinati in fila indiana.
In poche ore ho conosciuto ogni angolo della missione: dalle casette dei bambini, dove ciascuno dorme per terra con la propria stuoia, alle aule della scuola di taglio e cucito nata all’interno della missione per dare un futuro certo alle ragazze. Mentre i ragazzi erano a scuola, ho visitato località più turistiche: il cosiddetto Triangolo d’oro dove il fiume Mekong segna il confine tra Thailandia, Laos e Birmania; il Wat Rong Khun, famosa pagoda bianca a Chiang Rai; i giardini Mae Fah Luang appartenuti alla nonna del re e infine il Wat Phra Maha Chin That Chao, un tempio buddista incastonato nella foresta.
Ma l’esperienza più significativa avvenuta al di fuori della missione è stata la visita al villaggio di Pangklang, ad oltre due ore di macchina dal Centro, dove i missionari erano attesi per la messa. Noi ospiti siamo stati invitati nelle case: gli abitanti ci hanno offerto riso, carne, verdura e frutta. Sono rimasta molto colpita dalla loro ospitalità e semplicità.
Ho avuto modo di passare tanti momenti con i bambini, magari semplicemente giocando a calcio dopo la scuola: è proprio vero con un pallone ai piedi qualunque bambino del mondo si scatena e il divertimento è assicurato.
Quando alla missione hanno saputo della mia passione per la corsa sono stata “scortata” in un paio di “allenamenti” in quei tratti di strada corsi insieme l’importante non era ne la distanza ne la velocità e neppure il tempo ma condividere un’esperienza seppur semplice: abbiamo corso, camminato, fatto soste e riso insieme; divertendoci in compagnia, la lingua diversa non era un affatto un problema, bastavano i sorridi e i gesti per capirci al volo.
Il giorno precedente al nostro ritorno c’è stata la giornata dello sport: mi hanno commossa i ringraziamenti finali che i ragazzi hanno fatto a conclusione della festa. Anche io e Giovanni siamo saliti sul palco. Io ho voluto semplicemente dire il mio grazie ai bambini, ai padri, alle ragazze più grandi e a Noy per questi giorni speciali e particolari. Mentre padre Alberto traduceva, guardavo i loro sorrisi: mi hanno fatta sentire a casa, accolta, presa per mano ogni giorno di più. È stato un viaggio e un’esperienza incancellabile nella quale pensavo di donare ed invece ho ricevuto amore sincero, mai sperimentato prima.

Emilia Amadini