Rapporto OCHA

Rapporto OCHA

Sono oltre 1.437.000 i centrafricani che hanno dovuto abbandonare i propri villaggi (722.000) o rifugiati in paesi vicini (715.000). Questi numeri, riportati nel rapporto della situazione della Repubblica Centrafricana, pubblicato il 12 ottobre scorso dall’ Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA Office for the Coordination of Humanitarian Affairs).

 

 

Nel rapporto vengono poi riportati ulteriori dati che possono far comprendere ancora meglio la situazione del Paese nel cuore dell’Africa.

  • Durante la prima metà del 2021, le organizzazioni umanitarie presenti hanno fornito assistenza a 1,4 milioni di persone in un contesto di sicurezza instabile
  • Il numero di persone con insicurezza alimentare è ulteriormente aumentato, raggiungendo i 2,6 milioni pari al 57% della popolazione
  • La Repubblica Centrafricana é uno dei luoghi più pericolosi per gli operatori umanitari che, nel periodo tra gennaio e settembre 2021, sono stati colpiti da 344 incidenti
  • La minaccia di ordigni esplosivi continua ad aumentare nella Repubblica Centrafricana: almeno 15 civili uccisi tra gennaio e ottobre 2021


La minaccia sempre crescente di ordigni esplosivi

Gli incidenti causati da ordigni esplosivi sono aumentati costantemente in proporzioni da metà aprile 2021, in particolare nella parte occidentale della Repubblica Centrafricana, una regione in cui il conflitto si è intensificato.
Infatti tra gennaio e ottobre 2021, oltre 30 incidenti causati da ordigni esplosivi hanno causato la morte di 15 civili, compresi bambini, e il ferimento di altri 24 nella regione della Nana-Mambéré (Bouar e Niem) Mambéré-Kadei, Ouham-Pendé e Ouaka. I decessi sono avvenuti esclusivamente nell’ovest del Paese.
Il 5 maggio scorso anche padre Arialdo Urbani, è stato vittima dell’esplosione di una mina nascosta a bordo strada innescata dal passaggio della sua jeep mentre stava facendo ritorno alla missione di Niem, dopo la visita ad alcune di villaggio della savana. Nel medesimo incidente un giovane che era in macchina con il missionario é rimasto ucciso

Sempre nel rapporto si evince che nel luglio 2020, il presunto uso di mine anticarro è stato segnalato per la prima volta nel paese dalla creazione della missione di pace, MINUSCA, nel 2014. Uno dei dispositivi sospetti ha danneggiato un carro armato MINUSCA vicino al confine con il Camerun. Da allora, dopo una relativa calma tra luglio 2020 e aprile 2021, il problema ha assunto dimensioni pericolose con gravi conseguenze per i civili.